Giro d’Italia 2020, Vincenzo Nibali: “Non so nemmeno io quale sarà l’obiettivo, ma l’esperienza insegna che ai grandi Giri sono sempre pronto”

Vincenzo Nibali si prepara al Giro d’Italia 2020. Il corridore siciliano, infatti, guiderà la spedizione della Trek-Segafredo alla corsa rosa. Con due Giri d’Italia già in bacheca, l’italiano è ovviamente uno dei principali candidati alla vittoria finale, ma in una stagione così atipica entrano in gioco anche variabili diverse dal solito, come ad esempio un clima più freddo rispetto al solito, che potrebbe creare maggiori grattacapi all’ex Astana e Bahrain-Merida. In un’intervista con il Corriere della Sera, infatti, lo Squalo dello Stretto ha mostrato di avere dei dubbi sui suoi possibili obiettivi.

Non lo so nemmeno io! – ha esordito – Fino a dieci giorni fa era tutto un punto interrogativo, poi al Mondiale di Imola mi sono sentito bene per la prima volta. Mi chiamo Vincenzo, ho un numero attaccato alla schiena, il risultato lo voglio portare a casa. L’esperienza mi insegna che ai grandi Giri sono sempre pronto”.

Con le sorprese sempre dietro l’angolo, il vincitore del Tour 2014 si augura che se così dovesse essere, la sorpresa possa arrivare da un italiano, ancor meglio se dal compagno Giulio Ciccone, al ritorno alle corse dopo essere stato colpito dal coronavirus, ma gli esempi dell’ultimo Giro e della cronoscalata della Planche des Belles Filles all’ultimo Tour hanno mostrato che tutto è possibile: “L’outsider si rischia sempre: vedi Carapaz l’anno scorso, nessuno se lo aspettava, ha corso in sordina e ha vinto. Vedi Pogacar al Tour: andava forte, okay, ma chi pensava al successo finale?”.

Il classe ’84 si è poi espresso sulla nouvelle vague del ciclismo, spiegando che tutti questi giovani fortissimi arrivano al professionismo molto più pronti rispetto a una volta, restando però scettico sul fatto che possano avere una carriera longeva come la sua: “È un ciclismo diverso, che si sta evolvendo in fretta. Rispetto ai miei tempi, i giovani sono molto più preparati: hanno tutti il preparatore e il misuratore di potenza, lavorano con qualità inedita. Nei miei primi anni di professionismo ho fatto rodaggio ma non ho corso i grandi Giri, per affrontare la corsa rosa ho aspettato di avere 23 anni, crescendo e seguendo il giusto corso. Pogacar, Evenepoel sono già forti, strutturati. Così si accorciano i tempi e i giovani vincono subito ma…mi chiedo: dureranno? Arriveranno a 36 anni in sella, come me? Pogacar che margini ha? Se ne ha, siamo davanti al nuovo Merckx”.

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